Per tanti faentini il Comune di Martignana di Po non dirà molto. Ma se chiedete a un residente di via D’Azeglio probabilmente gli si illumineranno gli occhi, e la prima parola che gli verrà in mente collegata a questo paese, sarà “solidarietà” o qualcosa di molto simile. Perché quel piccolo Comune di poco più di 2mila abitanti in provincia di Cremona ha un cuore davvero grande, che ha preso la forma di un camion arrivato il 23 ottobre scorso al centro operativo Caritas di San Domenico pieno di materiali da donare alle famiglie alluvionate. Il legame tra Faenza e Martignana di Po non nasce da oggi, ma già con la prima alluvione, grazie all’impegno del giornalista Nazzareno Condina, morto a 54 anni per una malattia nel settembre scorso. Oltre a raccontare, Nazzareno era anche un giornalista del fare: negli anni ha portato avanti tante iniziative per aiutare le realtà colpite da disastri ambientali, come il terremoto di Amatrice, portando aiuti e sostegni. In questo era capace di coinvolgere tutta la comunità di Martignana di Po e dei paesi vicini, che hanno risposto sempre con generosità alla chiamata.
Ed è così che nel maggio 2023, tramite la Caritas, Nazzareno era entrato in contatto con la faentina Anna Lisa Celestini. «Sono stata la referente per coordinare gli aiuti in Borgo e mettere in contatto Nazzareno con le famiglie alluvionate – ricorda Celestini -. All’epoca abbiamo trovato anche il sostegno di un’azienda faentina che ci ha aiutato a stoccare il materiale arrivato e poi distribuirlo alle famiglie di via De Gasperi e dintorni. È stato davvero un prezioso aiuto e testimonia il bene delle persone, che arriva anche nei momenti più difficili». Elettrodomestici, arredi e tanto altro, per tendere una mano a chi, in una notte aveva perso quasi tutto e dare speranza.
La storia, purtroppo, nel settembre scorso, per alcuni residenti del Borgo si ripete. Torna l’acqua in via Ragazzini e via Cimatti, ma, nel segno dell’amicizia creata, torna anche un camion arrivato da Martignana di Po. Sul furgone non c’è però più Nazzareno, morto poche settimane prima. A portare avanti la sua opera e la sua testimonianza, c’è la moglie Cristina Magni e i tanti volontari della nuova associazione Andom (‘Andiamo!’ nel dialetto locale) nata a Martignana di Po con l’obiettivo di portare avanti le iniziative di solidarietà del marito. «La parola chiave che usava Nazzareno per descrivere questi viaggi di speranza era proprio andom – racconta Cristina – l’andare avanti nel nostro cammino qualunque sia la difficoltà da affrontare: un evento calamitoso, il dolore, la malattia. E con questo spirito, dare la forza per andare avanti insieme».
Il modus operandi di Andom è quello di mettersi in contatto con alcuni referenti del territorio per comprendere com’è la situazione e i bisogni della gente. «Vogliamo creare una spedizione che sia veramente utile – precisa Magni -, assicurandoci che le donazioni delle nostre persone arrivino a destinazione. Abbiamo un registro dove abbiamo segnato, via per via e nome per nome, a chi è stato consegnato il materiale. Questo perché vogliamo fare le cose con trasparenza e andando ad aiutare tutti coloro che hanno bisogno, senza portare il superfluo ma il necessario”.
In quest’ultimo viaggio lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde, sia nuovi o in buono stato. Inoltre anche aiuti per animali, per supportare una colonia felina. Già distribuiti tra famiglie alluvionate in via D’Azeglio e via Ragazzini. «Per noi questi aiuti rappresentano un grande sollievo – spiega il faentino del Borgo Oscar Maretti – molte famiglie sono rimaste senza più niente, non hanno più nemmeno i soldi per comprare quello che serve per allestire casa. I segni di questa alluvione dureranno ancora a lungo. Anch’io sono stato alluvionato, aveva appena finito di sistemare casa». Poi sono arrivati 1 metro e 70 centimetri d’acqua, ed è di nuovo tutto da buttare. «L’aiuto che ci arriva dà un po’ di sollievo perché il disastro è grande». Oggi, grazie al cuore generoso di Martignana di Po e all’impegno di Andom, quel legame di solidarietà costruito da Nazzareno continua a fiorire. Gli aiuti arrivati portano più di beni materiali: sono segni concreti di vicinanza e ricordano alle famiglie colpite dall’alluvione che non sono sole.
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