Prosegue il nostro report su come le Caritas parrocchiali hanno affrontato, quest’anno, l’emergenza alluvione. Di seguito la testimonianza di Sant’Antonino, in Borgo, direttamente colpita.
La nostra parrocchia si è attivata sin da subito allestendo uno spaccio di generi alimentari a lunga conservazione e prodotti per l’igiene della casa e personale e mettendo a disposizione anche strumenti da lavoro vari quali badili, guanti, tute da lavoro usa e getta, stivali che erano indispensabili nei primissimi giorni. Fino alla fine di luglio sia al mattino sia al pomeriggio il circolo della parrocchia è rimasto a porte aperte con qualche volontario della parrocchia sempre presente pronto all’ascolto o all’aiuto fattivo.
I momenti più difficili sono stati nelle primissime giornate dopo l ‘evento alluvionale, poiché chi veniva in parrocchia era in uno stato di shock, ed emergeva un senso di impotenza concreta di fronte a ciò che era accaduto a queste persone, soprattutto perché nella nostra realtà parrocchiale in tanti si erano ritrovati senza più nulla! Tutto spazzato via…. A questi momenti iniziali di puro sconforto, chiusura, disperazione e anche vergogna o imbarazzo nel chiedere aiuto piano piano i rapporti maturavano verso una direzione di maggiore apertura e anche amicizia, e la parrocchia diventava un posto dove recarsi in cerca di un respiro, dove distogliere gli occhi dal fango e macerie che per ore venivano spalati, un posto accogliente, dove poter buttare fuori le tensioni e accumulate in quelle giornate infinite a togliere il fango dalle loro case, e dove poter condividere quella grande sofferenza. Fino al mese di febbraio ogni mese c’è stata la distruzione del “pacco viveri per gli alluvionati” In parrocchia. In dicembre e in febbraio abbiamo organizzato due momenti conviviali dedicati agli alluvionati della nostra zona. Da marzo è stato comunicato che comunque una volta al mese ci sarebbe stata la distribuzione ordinaria per chi ne avesse necessità.
L’alluvione ci ha insegnato che di fronte a eventi di distruzione, «solo l’Amore crea» come diceva padre Massimiliano Maria Kolbe, nel senso che di fronte a questa ondata di fango e macerie si è innalzata un’onda ancora più potente di solidarietà generata appunto dall’amore fraterno!
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