Tra ingredienti da dosare e fornelli, dare riscatto sociale a donne in fragilità sociale. Dal vivere in contesti difficili all’essere protagoniste in cucina, riuscendo, giorno dopo giorno, a dare una nuova direzione alla propria vita. Accompagnare queste persone nell’imparare la lingua italiana in contesti professionalizzanti, gettando uno sguardo anche al domani. La vera inclusione passa anche così. E’ partito il 5 marzo il corso promosso dalla Diocesi di Faenza-Modigliana “Competenze basiche per un aiuto in gastronomia”: in tutto sono coinvolte dieci donne a rischio fragilità sociale che si cimenteranno in attività professionalizzanti relative alla “Produzione e distribuzione pasti”.
Un progetto, sostenuto dai fondi 8xmille, in cui la Diocesi fa rete per dare risposta ai bisogni delle persone più in difficoltà. Le partecipanti sono seguite da diverse associazioni del territorio: Francesco Bandini Onlus; Fondazione Pro Solidarietate che gestisce il centro di ascolto diocesano della Caritas, Farsi Prossimo ODV e Asp della Romagna faentina. In tutto il corso prevede 85 ore: centrali, all’inizio del corso sono le 20 ore di italiano (acquisendo terminologia specifica al settore gastronomico), per imparare correttamente a esprimersi, requisito fondamentale per il futuro ingresso nel mercato del lavoro.
A queste si aggiungono altre 12 ore dedicate a un corso sulla sicurezza (rischio medio), il corso Haccp (attestati molto utili per successivo inserimento lavorativo) e 50 ore teorico-pratiche su area professionalizzante realizzate da Cefal Emilia-Romagna, presso la propria sede di Faenza.
Il progetto è reso possibile grazie alla Cei nell’ambito della campagna “Liberi di partire, liberi di restare” (http://liberidipartireliberidirestare.it/), il cui principale obiettivo è favorire percorsi di integrazione lavorativa per i richiedenti protezione internazionale accolti sul nostro territorio, con priorità per le donne, spesso vittime di tratta o di ‘trafficking’. In questo ambito la Diocesi di Faenza-Modigliana ha presentato il progetto “Liberi di integrarsi” che è stato finanziato con i fondi 8xmille. Il percorso, di cui l’ente gestore è la Fondazione Pro Solidarietate, è stato attivato a inizio 2018 ed è ripreso nel 2021 dopo lo stop dovuto all’emergenza pandemica. L’attuale corso è l’ultima azione del progetto, che volge a conclusione.
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