Tratto da Il Resto del Carlino Faenza-Lugo-giovedì 12 settembre 2019
Caritas, fra le volontarie del progetto ‘Dress Again’
«DRESS AGAIN è un esempio di economia virtuosa e circolare». E così il progetto dell’ associazione Farsi Prossimo in collaborazione con la Caritas Diocesana entra nell’ Atlante italiano dell’ economia circolare. Nato tre anni fa, il progetto – il cui nome, in inglese, significa ‘vestire ancora’ – si propone di raccogliere vecchi abiti poi riadattati da volontari o persone che sono in difficoltà, facendoli diventare nuovi capi. I vestiti vengono poi messi in vendita nel negozio di via Sant’ Ippolito a Faenza. Ora il progetto è entrato a far parte della pubblicazione on line che raccoglie esempi di attività economiche dove l’ attenzione al sociale va di pari passo con l’ ecologia e la salute del pianeta. Un riconoscimento per l’ iniziativa.
«LA MODA tradizionale -dice Francesca Poloni del progetto – è spesso ecologicamente insostenibile, dettata da acquisti fatti sull’impulso dell’ ultimo grido e dal basso prezzo, non tenendo conto degli effettivi bisogni. Lo shopping è diventato un modo di vivere e non una necessità. Consumi spesso effimeri, ma che alimentano una delle industrie più inquinanti del pianeta, quella legata all’ abbigliamento e all’accessoristica. La Banca mondiale – continua Poloni – sostiene che ‘il 20% dell’ inquinamento industriale delle acque dolci è dovuto al settore della moda, ai primi posti anche per la produzione di Co2, dove il 62% di tutti i filati da cui si ottengono i tessuti sono di tipo sintetico, cioè ricavati direttamente dal petrolio’. Buona norma sarebbe quindi acquistare prodotti che realmente servono e che siano riparabili, anche se più costosi». QUINDI RIPARARE, riutilizzare, ridurre al minimo gli sprechi dovrebbero essere le parole d’ ordine per chi consuma, paradigmi sui quali poi si basa l’ economia circolare. «In Italia – continua Poloni – esiste una piattaforma web che censisce e racconta le migliori esperienze, di privati e da associazioni no-profit, che applicano questi principi all’ economia reale, per l’ appunto l’ Atlante (www.economiacircolare.com/latlante/) curato da esperti di settore, strumento di sensibilizzazione, informazione e documentazione per chi ha a cuore l’ equilibrio tra economia ed ecologia». Adesso anche Faenza ha una bandierina tutta sua nell’ Atlante.
L’ ESPERIENZA di Dress Again è entrata nell’Atlante grazie alla partecipazione a un concorso nazionale dal titolo ‘Storie di economia circolare’ attraverso il racconto della propria storia «Abbiamo realizzato un racconto del negozio e delle altre iniziative di sensibilizzazione alla sostenibilità ambientale e sociale portate avanti dalla nostra organizzazione di volontariato – racconta Cristina Ghetti volontaria del progetto e autrice del racconto – come la Fiera del Baratto o la Sfilata di moda etica; ora l’ articolo è online, in attesa di essere votato. Non sappiamo se sarà tra i finalisti ma un risultato importante è già stato raggiunto, essere presenti sull’ Atlante che in qualche modo certifica la doppia virtuosità della nostra associazione: sostenere persone in difficoltà e aiutare l’ ambiente».
COME FUNZIONA Vestiti selezionati «I clienti? Di tutti i tipi» Al Dress Again di via Sant’Ippolito ci si rende immediatamente conto che può esistere circolarità anche nella moda. Gli abiti usati esposti sono scelti dalle volontarie e acquistandoli si diventa parte del progetto etico ed educativo. «Abbiamo clienti un po’ di tutti i target raccontano Loredana Mazzotti, Mila Ghetti e Claudia Ciani, tre volontarie in negozio ragazze appassionate del vintage e che creano accostamenti inaspettati ma spesso incredibili. Abbiamo poi stranieri e chi crede nel progetto e passa spesso». In totale sono una ventina i volontari che si dividono tra il negozio di via Sant’Ippolito e il punto dove si possono portare gli abiti dismessi, il mercoledì mattina, in via Seminario dalle 9 alle 12. Qui i capi e gli accessori vengono scelti e divisi tra quelli che possono essere venduti direttamente o devono essere riparati. «Qui in negozio abbiamo poi un servizio di riparazione e per adattare i capi alle esigenze dei clienti». Il negozio è aperto la mattina di martedì, mercoledì, giovedì e sabato dalle 9 alle 12.30 e i pomeriggi di mercoledì e sabato dalle 16 alle 19.30.
Antonio Veca
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