Prosegue il nostro racconto di come le Caritas parrocchiali hanno vissuto quest’anno nell’affrontare l’emergenza alluvione. Di seguito è possibile leggere la testimonianza della parrocchia di San Francesco, direttamente colpita dai danni dell’alluvione.
Essendo stati alluvionati tutti i locali della parrocchia, compreso il centro di ascolto e i locali della distribuzione dei viveri, le nostre attività si sono concentrate nel liberare dal fango e ripristinare al meglio le strutture. Quando ci siamo trovati davanti alla devastazione, la prima reazione è stata lo scoraggiamento, non possiamo farcela! Poi la presenza di tanti volontari, faentini e non, ci ha dato la spinta per rimboccarci le maniche e iniziare l’avventura di liberare tutto dal fango. La loro presenza, oltre all’aiuto materiale, è stata di grande incoraggiamento; con loro si riusciva a scherzare, a sorridere nonostante tutto.
Al momento, a parte alcune parti della chiesa e delle aule del catechismo, il resto è quasi del tutto sistemato; le attività della Caritas sono ritornate al ritmo normale; se non fosse per la riga lasciata dall’acqua a indicare il livello raggiunto, non ci sarebbe nulla diverso dai momenti precedenti l’alluvione. La maggior parte delle persone si è attivata in vari modi per dare una mano; molti che vivono ai piani alti hanno ospitato, anche per giorni, i vicini più sfortunati dei piani inferiori, sobbarcandosi la fatica e il disagio che la situazione comportava; alcuni hanno detto che l’alluvione è stata l’occasione per conoscersi; prima a malapena si salutavano per le scale. Altri, in numero ridotto, hanno cercato di approfittare della situazione, accaparrandosi molti aiuti con dichiarazioni non veritiere.
Abbiamo riattivato la distribuzione dei viveri già a fine maggio, poi sono ripartiti gli ascolti che, nel tempo, sono diventati numerosi; quasi ogni giorno arrivavano persone nuove con tutte le loro difficoltà e richieste; abbiamo fornito tanti viveri e capi di abbigliamento; è stato un periodo intenso, sia dal punto di vista del tempo impegnato, ma soprattutto dal punto di vista emotivo. In questi mesi abbiamo cercato di essere propositivi e infondere coraggio, avevamo tanta spinta e molte speranze. Il magazzino Caritas è stato un supporto fondamentale, poi tanti amici e conoscenti che si sono offerti per darci una mano e un sostegno anche economico. Ci sono stati scambi di informazioni con altre Caritas parrocchiali, così potevamo dare indicazioni a quelli che si rivolgevano a noi. Alcune persone non hanno ancora la casa, vivono in affitto o in appartamenti messi a disposizione da amici e conoscenti; altri hanno difficoltà a sostenere le spese del mutuo dopo che hanno utilizzato risparmi a aiuti per ripristinare i locali e comprare l’auto. Molte famiglie hanno trovato casa in altri quartieri e stanno iniziando ad affluire al nostro centro di ascolto quelli a che invece sono venuti ad abitare nel territorio della parrocchia; molti non accedono più ai servizi perché sono ridiventati autonomi; le persone fragili sono diventate ancora più fragili, soprattutto coloro che vivevano da soli o i pensionati; alcuni che si sentivano ”forti” hanno cominciato a dare segni di cedimento, riferiscono di riuscire a dormire o di andare in panico quando piove….
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